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I virus che verranno

Che cosa hanno a che fare i cambiamenti climatici con i virus?

Come già sottolineato da diversi articoli, lo scioglimento dei ghiacciai in varie zone del mondo, in particolare in Artide ed Antartide, potrebbe rimettere in circolazione virus patogeni rimasti congelati anche per migliaia di anni. Diversi studi hanno dimostrato come i virus siano in grado di mantenere la loro infettività anche a basse temperature.

Il permafrost è lo strato di terreno che alle alte latitudini è perennemente ghiacciato. In estate dovrebbe sciogliersi fino ad una profondità di circa 50 cm, tuttavia il riscaldamento globale sta portando all’aumento della porzione di suolo che si riscalda, ambiente ideale dove batteri e virus possono potenzialmente resistere anche per milioni di anni. Il suo scioglimento potrebbe portare al rilascio di molti agenti patogeni. 

Negli ultimi decenni diversi sono stati gli studi che si sono concentrati su patogeni ritrovati congelati in diverse zone del mondo, dandoci un’idea di quello che potrebbe ancora esservi sepolto. Non tutti i patogeni scoperti o riscoperti infetterebbero l’uomo, tuttavia ormai sappiamo che la nostra sopravvivenza dipende dalla salute di molte specie ed ecosistemi che sostengono la vita sul pianeta e quindi anche la nostra. Una malattia che colpisse una specie da cui dipendono quasi interamente alcune comunità o addirittura interi paesi, avrebbe conseguenze catastrofiche facilmente prevedibili sugli esseri umani e la loro salute.

Il ciclo delle stagioni

Esistono delle dinamiche stagionali che interessano il ciclo annuale di scioglimento e formazione dei ghiacciai in Artide ed Antartide che coinvolgono il rilascio di batteri e virus, in particolare nel passaggio tra primavera ed estate e con lo scioglimento degli strati profondi. Questo processo avviene annualmente e fa parte del normale funzionamento dell’ecosistema

A basse temperature basta una piccola variazione della temperatura per provocare un cambiamento sostanziale nei tassi di crescita dei procarioti (tra cui i batteri), che a loro volta influenzano l’attività virale. Alcuni batteri sono molto utili per un efficiente riciclo e trasporto dell’azoto, influenzando la disponibilità di nutrienti per le alghe e avendo quindi un impatto su tutta la produttività primaria dell’ecosistema.

Com’è facilmente intuibile, il riscaldamento globale e il conseguente scioglimento dei ghiacciai sta mutando l’equilibrio e la comunità di virus e batteri che popolano queste zone, con probabili ripercussioni a cascata che potrebbero giungere fino a noi. Tutti gli ecosistemi infatti interagiscono tra loro, influenzandosi a vicenda, non potendo mai essere totalmente isolati. La stessa specie umana è tutt’altro che separata dal resto del pianeta (la situazione attuale ce lo dimostra).

Preso atto di questa interdipendenza, in tutto il mondo si sta cercando di integrare i tre settori (salute umana, animale e ambientale) applicando un approccio chiamato One health (di cui puoi trovare maggiori informazioni qui) che permetta di salvaguardare la salute globale (che va oltre quella umana, comprendendo l’intero pianeta).

Riferimenti

De Corte, D. (2012). Interaction between viruses and prokaryotes in the sea. University Library Groningen][Host].

Deming, J. W., & Collins, R. E. (2017). Sea ice as a habitat for bacteria, archaea and viruses. Sea Ice3, 326-351.

Fox-Skelly, J. (2017). There are diseases hidden in ice, and they are waking up. BBC News. Available at: http://www. bbc. com/earth/story/20170504-there-are-diseases-hidden-in-ice-and-they-are-waking-up (accessed 14 October 2019).

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