La sofferenza degli animali non è limitata a quelle specie che spendono tutta o parte della loro vita all’interno di un’attività di interesse umano.
Gli animali hanno una vita emotiva e per questo motivo anche in natura possono sperimentare eventi che implicano sofferenza. Questo concetto non è nuovo, già decenni fa la comunità scientifica iniziava a prenderne coscienza.
Esistono fattori esterni ed interni che possono andare ad influenzare la probabilità che l’animale si trovi ad affrontare una condizione difficile.
Quali sono questi fattori?
La semplice vita di tutti i giorni, in cui gli animali devono procurarsi cibo, acqua, riparo o sfuggire a potenziali predatori può non risultare esattamente piacevole. In aggiunta a questo, possiamo pensare alle specie che mostrano cure parentali. Questi animali quindi potrebbero sperimentare stress in varia misura nel tentativo di proteggere la propria prole.
Pensiamo però anche più in piccolo, la semplice caduta di un albero potrebbe sorprendere e ferire un animale che si trovava sfortunatamente nei paraggi. Lo stesso vale per la caduta di un nido che qualche inesperta coppia di volatili vi aveva costruito. Forse pensiamo agli animali selvatici come “perfetti”, ma i giovani ed inesperti commettono errori, gli anziani e malati sono svantaggiati. Alcuni esemplari possono essere geneticamente predisposti a determinate malattie o avere un sistema immunitario più debole. In base alla gravità di questi fattori l’animale può sopravvivere più o meno a lungo e dover affrontare un numero più o meno ampio di situazioni di sofferenza.
E dal punto di vista psicologico?
Una possibile fonte di stress per gli animali in natura può essere per esempio la lotta per l’accoppiamento o il territorio. In questo caso parliamo di un fattore periodico perché per alcune specie si ripete diverse volte nel corso della vita di un individuo.
Dal punto di vista dell’esperienza che gli animali vivono, possiamo immaginare che il loro benessere possa essere negativamente influenzato da eventi che per loro costituiscono una sfida. Le risposte comportamentali che gli animali utilizzano sono uno strumento per far fronte a queste situazioni. Esattamente come lo sono le nostre.
Studiare il comportamento per diminuire i conflitti
La coesistenza e convivenza è possibile e gli esperti, così come molti cittadini, desiderano trovare la strada giusta. Un bellissimo esempio in questo senso è dato dall’orso marsicano, qui puoi leggere tutte le iniziative concrete che vengono messe in atto per la sua conservazione.
Riferimenti
Dawkins, M.S. (1980). Animal suffering: the science of animal welfare. London: Chapman and Hall.